venerdì 19 marzo 2010

Caccia al posto davanti al silos

Mentre i dipendenti delle Molinette sperano ogni giorno di trovare un parcheggio libero in ospedale e i parenti dei ricoverati combattono quotidianamente una battaglia contro i posteggiatori abusivi in corso Bramante, in corso Polonia, sotto la palazzina Gemeaz che ospita la mensa e l’asilo del principale ospedale piemontese, giace da due anni un mega-posteggio da circa 250 posti. Un impianto completamente computerizzato, ma inutilizzato: terminati i lavori, non è mai stato inaugurato. Tutto è pronto, le telecamere della sorveglianza interna accese, il computer «osserva» e registra gli spostamenti di chi passa di fronte ai sensori, ma lungo la rampa che porta ai posteggi non è mai scesa una sola auto. A denunciare lo questione è Lucrezia Zurzolo, rappresentante del sindaco Ugl. «Abbiamo chiesto di conoscere le tempistiche dell’apertura - sostiene - ma abbiamo ricevuto risposte vaghe». Il parcheggio meccanizzato attende solo di esser messo in moto. Le porte tagliafuoco che lo separano dalla rampa d’ingresso sono chiuse, ma non a chiave: chiunque può entrare, fino a raggiungere il quadro comandi.
«Probabilmente premendo un pulsante è possibile mettere in moto il sistema. In teoria qualunque vandalo potrebbe danneggiarlo». All’ingresso del grande posteggio, prima di arrivare al silos meccanizzato, c’è lo spazio per una serie di posteggi a lisca di pesce. Ma per ora quello spazio aperto è un magazzino di fortuna: scatoloni di biscotti «Gran Merenda» ospitano bolle di accompagnamento dei pasti per i dipendenti e per i ricoverati. «Qual è il destino di questo modernissimo parcheggio? Quando potremmo finalmente utilizzarlo?», domanda nuovamente la Zurzolo alla direzione. Spiegano in ospedale. «Il parcheggio - dicono in corso Bramante - avrebbe dovuto essere utilizzato dalla stessa Gemeaz, che dopo averlo realizzato, nel 2007, non lo hai mai messo in funzione».

giovedì 18 marzo 2010

48 MILIONI DI APPALTI, E LORO CADONO DALLE NUVOLE!!!!!!

48 MILIONI DI APPALTI, E LORO CADONO DALLE NUVOLE!!!!!!
QUANDO SI DICE “PUNTA DELL'ICEBERG”!

L'indagine è partita con la mazzetta da 52mila euro,ma ora si scopre che quello che ci stava sotto era mille volte tanto! E la “Direzione Strategica” su quale albero si trovava, mentre Chiaro “movimentava”? La collettività strapaga la cosiddetta “Direzione Strategica” perché sia responsabile di ciò che avviene nella cosiddetta “azienda”, non perché si stupisca e s'indigni. Noi possiamo indignarci, loro no!!
La Direzione Generale ci costa 231mila euro annui, per deliziarci con le sue infelici dichiarazioni alla stampa ed alla tv: ”è il miglior ufficio tecnico con il quale io abbia avuto a che fare” !Chissà gli altri!!! Le Direzioni Amministrativa e Sanitaria ci costano 368 mila euro l'anno; il collegio sindacale, che vigila attentamente su tutte le delibere e le determine, ce ne costa 98mila. Tutti assieme, ci costringono a sborsare settecentomila euro ogni anno,per sentirci dire “ci ha traditi tutti”!? E questa sarebbe un'azienda? Ci vengono a raccontare che nessuno si era accorto della puzza di bruciato.
Ora tutti addosso a Chiaro, ma Direttori di grado superiore e di pari grado potevano non sospettare? Ci sono state segnalazioni in tempo utile, e da parte di chi era preposto a controllare? Cosa s'intende per “paletti” aggirati da Chiaro? Un campionato di slalom gigante?
Noi ci chiediamo: tutto questo può essere l'operato di una sola mente diabolica?
Ci hanno raccontato che era tutto finito con Odasso e che gli “onesti” stavano tutti da una parte sola, Piantiamola di raccontarci frottole!!!!
Nel 2006 fecero fuori la Tabasso per lasciare tutto in mano a Chiaro.
La fecero fuori con una campagna di stampa orchestrata da una ben definita parte politica. Visti i risultati complimenti agli orchestrali!!!!!!
Confidiamo che la Regione faccia dignitosamente quello che qualunque decente controllore di beni pubblici farebbe: mettere in libertà questo nostro brillante,illuminato ed efficientissimo Vertice Dirigenziale

lunedì 7 settembre 2009

Lettera aperta.

All'Assessore alla Sanità Regione Piemonte
Eleonora Artesio

Lettera aperta.

Sono Lucrezia Zurzolo, tecnico di laboratorio operante alle Molinette,
e segretario provinciale UGL Sanità. Venerdì 4 settembre mia nipotina
di due anni è stata visitata al pronto soccorso dell'ospedale di
Chieri, per i postumi di una caduta. Gli accertamenti di laboratorio
hanno evidenziato una patologia ematologica. Pertanto la piccola è
stata trasferita al pronto soccorso dell'ospedale Regina Margherita di
Torino. La prima cosa che ho notato è stata l'ubicazione del pronto
soccorso al secondo piano, invece che al piano terra. Per lavori mi
hanno detto. I soliti lavori pubblici, che paiono non avere
necessariamente una logica e neppure una scadenza. Nei cortili
interni, immondizia e macerie. Al Pronto Soccorso, è stata sottoposta
ad ulteriori accertamenti di laboratorio e strumentali, ma la
procedura di ricerca di un vaso sanguigno adeguato è stata una vera
tortura. Il ragionamento suggerisce di adibire a mansioni delicate
solo le persone professionalmente più portate a svolgerle. Non è
giustificabile che i bambini subiscano un tale martirio. Mia nipotina
è quindi stata ricoverata al piano terra, in Pediatria d'Urgenza, per
carenza di posti letto in Ematologia. L'hanno collocata in un box di
circa quattro metri quadri, dall'aspetto poco rassicurante, privo di
finestre. I piccolissimi pazienti sono costretti a vivere in un
ambiente condizionato, ma non climatizzato. Questo non depone a favore
della loro guarigione. Siamo sicuri che quei locali siano a norma? I
pronto soccorso dovrebbero aiutare le persone che stanno male, e per
ottenere questo risultato bisogna lavorare sugli ambienti di lavoro e
sul personale. Un altro pronto soccorso che trasmette l'ansia solo a
vederlo è quello delle Molinette: soffitti bassi, spazi assurdamente
ridotti (a norma di legge?), e specialmente tempi d'attesa protratti
dopo il triage. La sala d'attesa non è presidiata da personale
qualificato. Nel Pronto Soccorso Chirurgia delle Molinette, ospedale
regionale d'eccellenza, esiste una sola sala visite. Il malato “meno
grave” deve quindi sloggiare per lasciare il posto a quello “più
grave”. Non siamo al fronte, e non siamo in guerra. L'emergenza è
sovente un alibi per l'incompetenza che discende dalla gestione
politica della sanità. Dovesse malauguratamente verificarsi un
incidente di massa, o un evento catastrofico, come potrebbe rispondere
adeguatamente la struttura pubblica? Alle Molinette, tutti i direttori
generali hanno fatto il possibile per costruire la palazzina ristoro
ed il parcheggio multipiano. Potevamo farne a meno, e realizzare
piuttosto un vero dipartimento di emergenza.

In attesa di un cortese e sollecito riscontro, sono disponibile ad un
sopralluogo congiunto, per il bene dei piccoli ospiti del Regina
Margherita.

Lucrezia Zurzolo
Segretario Provinciale UGL Sanità Piemonte

giovedì 2 luglio 2009

Il vecchietto dove lo metto?

Ricordate la canzone di pari titolo, cantata da Modugno nel 1977? Forse fu in risposta all'atroce dilemma esistenziale che furono inventate le residenze per anziani RSA: un modo meno drastico per dire “ricovero per vecchi”. Ora il piano sanitario della regione Piemonte, o forse solo quello della cosiddetta “azienda Molinette” ha però pensato bene di sovvertire le cose. Per essere un piano regionale di rottura, questo PRR ha rotto parecchio, partorendo tra le tante furbate il quorum minimo di nascite, come se si parlasse di referendum. Sul versante opposto, i pensatori dell'Assessorato di Corso Regina Margherita hanno deciso di sbaraccare l'IRV, nel senso che non accolgono più ospiti. E il vecchietto dove lo metto?
L'IRV diventerà quindi, nel giro di due o tre anni, un presidio per post-acuzie, dove le Molinette scaricherà i pazienti operati di fresco; perché un letto in un reparto di degenza ci costa più che un soggiorno in una suite nel miglior albergo degli Emirati Arabi! Come mai l'IRV alle Molinette? Come mai le strutture in perdita le regalano a noi? Non ci mancano di certo gli spazi sotto-utilizzati. In questo modo aiutiamo un certo tipo di sanità privata. Tutto ciò ci trasmette un brivido lungo la schiena, a prescindere dalla temperatura esterna. L'amministrazione ci sta tempestando con messaggi molto poco subliminali del tipo:-sette milioni di buco nei primi 3 mesi, e siamo alla fine di giugno,-dobbiamo tagliare gli incentivi, perché i soldi ce li siamo fumati,- dobbiamo fare tutti un sacrificio, specie il comparto. Però non ci dicono come mai continuano a regalare 500mila euro di posizioni organizzative. Pare ci sia un eccesso(?) di infermieri ed OSS, ma non rispondono quando parliamo di super-infermieri, stra-pagati. Non vogliono parlare di ristorazione, né dei costi dei lavori e della manutenzione (più cari di Molinette 2). Tornando all'argomento e chiudendo: crediamo che la sanità debba adeguarsi alle esigenze dell'utenza, e non auspicare che i più deboli, in questo caso gli anziani, si levino sollecitamente dalla faccia della Terra. E pensare che Giovanni Paolo II° sosteneva che l'anziano fosse un enciclopedia vivente.

ERRARE HUMANUM EST...

L'amministrazione ha quantificato il buco nel fondo incentivi in 1,7milioni €. Significherebbe una riduzione del 12% sugli incentivi per tutti, pari a circa 33€ in meno sulla quota mensile di un infermiere o di un tecnico. Qualora i 500 mila € delle posizioni organizzative tornassero in circolo, come abbiamo chiesto, la riduzione potrebbe contenersi entro una quota pro capite di 23€ mensili. Se dobbiamo
proprio tirare la cinghia, facciamolo tutti! Noi però abbiamo sostenuto che il buco nel fondo incentivi riflette quello più generale dell'azienda. Se l'amministrazione la smettesse di affidare consulenze esterne a professionalità ampiamente rappresentate in organico, se qualcuno controllasse reperibilità e straordinari, se i direttori di varia levatura pagassero veramente il prezzo del non raggiungimento
degli obiettivi, se ci fossero meno strutture complesse e meno dipartimenti, se gli obiettivi fossero noti a tutti e raggiungibili,
se le camere operatorie fossero utilizzate meglio...
...perseverare autem diabolicum
Non spetta al sindacato convincere i colleghi che tocca a noi pagare la mala gestione sanitaria. Siamo sempre in attesa che qualcuno ci spieghi cosa intendono con “produzione” in ambito sanitario. Dimettere i degenti prima del tempo? Spostarli in una ex RSA, che solo sulla carta sta diventando struttura per post-acuzie? E se stanno male? Li carichiamo sull'ambulanza, e li riportiamo alle Molinette? Per
l'ennesima volta ripetiamo che le Molinette non è un concessionario. Il venditore d'automobili può darsi da fare, per incrementare le vendite. Il medico e l'infermiere si occupano dei malati presenti in reparto; non scendono per strada a cercarne altri! L'amministrazione dovrà proporci un nuovo schema di suddivisione degli incentivi, che necessariamente penalizzerà qualcuno. Noi non siamo d'accordo su
questo “necessariamente”. Non accettiamo di pagare il prezzo dell'incompetenza dell'amministrazione. Non saremo complici della predazione del salario dei lavoratori, che invitiamo a tenere gli occhi aperti. Attenti alle pagelle ed alla falsa meritocrazia. Da adesso in avanti, la valutazione potrebbe significare soldi in meno
nella busta paga!

Ufficio stampa, Segret UGL Torino 2 luglio 2009_ tel.0116334969

giovedì 21 maggio 2009

UN GRAN BEL CONTRATTINO!

La firma del secondo biennio economico del contratto collettivo 2006-2009 chiude al ribasso uno tra i più scarsi rinnovi della storia della sanità. In questi giorni giornali e televisioni ci hanno informati che i nostri salari sono tra i più bassi tra i paesi civilizzati. Sono talmente miseri che viene da chiedersi se l'Italia faccia ancora parte di quel gruppo di privilegiati. Si capisce come mai i britannici abbiano fatto sciopero contro l'importazione dei lavoratori italiani, che si sarebbero accontentati del 50% in meno. Il secondo biennio economico replica la bufala collaudata nel primo. Allora ci scipparono tredici mesi, sostituendo il rinnovo contrattuale con la cosiddetta “vacanza”. Questa volta di mesi ce ne hanno scippati “solo” dodici, elargendoci per il disturbo da 6,42 a 11,55 euro lordi al mese. La differenza in peggio è che le cifre a regime, riferite al 2009, sono molto inferiori a quelle del 2007. I precedenti rinnovi andavano da 73,73 a 132,64 euro; quelli attuali vanno da 51,39 a 92,45: un buon 30% in meno! La vacanza contrattuale dovrebbe essere un qualcosa in più, rispetto all'aumento vero e proprio; non dovrebbe sostituirlo! Abbiamo notato come i fantasiosi confederali abbiano diffuso tabelle economiche fatte apposta per confondere le idee. Come sarà possibile continuare a farci fessi, quando avremo in mano i listini paga? In sostanza, se ci pagheranno gli arretrati a giugno, prenderemo da 300 a 700 euro! Giacché ci riferiamo a un anno e mezzo, trattasi di una elemosina giornaliera compresa tra i 55 centesimi ed 1,3 euro (un caffè alla macchinetta o al bar), tutti rigorosamente lordi e tassati all'inverosimile, perché in questo paese non solo ci pagano poco, ma ci tassano anche molto. Altrimenti chi li mantiene i parassiti? Se dichiariamo i redditi mediante il 730, recuperiamo qualcosa, ma ce li fanno sudare. Quando calcolano gli esorbitanti costi della sanità, puntano il dito sugli stipendi, ma i media fanno finta di non sapere che i dirigenti hanno due contratti a parte, con rinnovi adeguati ad un reddito che è almeno doppio rispetto al comparto. Per non parlare degli eccelsi super direttori, che alle Molinette costano 600mila euro.

giovedì 26 febbraio 2009

il MICRO NIDO: UN VERO AFFARE!!

Come da tradizione molinettiana, le più stravaganti delibere e determine vengono partorite uno o due giorni prima di Natale, o di Ferragosto.
Questa determinazione del direttore del Patrimonio, risalente al 24 dicembre 2008, concerne un comodato, praticamente gratuito, con il quale l'AOU affida il micro nido alla società cooperativa ASS.I.S.T.E.
Stiamo parlando di 644 mq di spazi dedicati. Il contratto si protrarrà fino al 31 agosto 2011. Nel pacchetto di ben quaranta euro annui, con i quali non si affitterebbe neppure uno spogliatoio, sono compresi “beni d'arredo e tecnici funzionali all'espletamento delle attività”, del valore di 160 mila euro, (il cui elenco non è stato allegato alla determinazione). Con quali soldi sono stati acquistati questi particolari “beni d'arredo?”. L'azienda ospedaliera si accollerà anche i costi di approvvigionamento, e la fornitura delle varie forme di utenze energetiche! Quindi se i bambini battono i denti per il freddo, la colpa è della ditta di mamma o papà, che, per arrivare a tanto, sborsano quasi 500 euro mensili! Sarebbe stato molto più giusto che ASS.I.S.T.E. facesse pagare un prezzo veramente “politico” ai figli dei dipendenti. Un vero regalo di Natale (alla cooperativa ASS.I.S.T.E.)!